La Stalla di Michele Cavallo

All’inizio dell’anno scolastico 1833-1834, Giuseppe Pianta avrebbe dovuto ospitare Giovanni Bosco nel suo Caffé, ma i locali non erano ancora stati ultimati. Così, per qualche tempo, venne accolto dal panettiere Michele Cavallo, che gli donò un angolo della stalla situata in vicolo Valimberti all’angolo con via San Francesco (attuale sede della Guardia di Finanza), a patto che lo studente si prendesse cura dell’animale ed eseguisse qualche lavoretto presso la vigna fuori città. In cambio Giovanni Bosco era riuscito ad ottenere che venisse lasciato libero il sabato sera per poter andare a confessarsi.

La Casa del sarto Cumino

Durante l’anno scolastico 1834-1835 Giovanni Bosco veniva ospitato a pensione da Tomaso Cumino nell’edificio oggi in via Vittorio Emanuele II, 24. In questa casa, il giovane studente dava saggio delle sue abilità nei giochi di prestigio, anche tra i familiari del padrone di casa, i quali cominciavano a sospettare che il mago avesse qualche relazione con il demonio. Dopo alcuni di questi scherzi, Cumino lo denunciò alle autorità ecclesiastiche, che lo fecero interrogare dal canonico Burzio. In quella sede Giovanni Bosco seppe rispondere in modo perfetto alle domande sulla dottrina cristiana e dimostrò anche che non si trattava di magia, ma di semplici giochi di destrezza.